Valle di Cadore


Valle di Cadore è un comune di 2.033 abitanti . Il comune si trova nel fondovalle pianeggiante alle pendici dell’Antelao (3263 m), con di fronte a sé il Sasso di Mezzodì.
E’ posto a 851 m s.l.m. ed è formato dalle frazioni di Vallesina, Suppiane e Venas di Cadore.

Le origini di Valle di Cadore sono molto antiche. Testimonianza ne sono i numerosi reperti votivi di origine romana e preromana ritrovati negli anni ’50 grazie agli scavi curati dall’archeologo Enrico De Lotto e oggi conservati nel Museo Archeologico della Magnifica Comunità di Pieve di Cadore.

E’ il crocevia storicamente più importante del Cadore: essa è una località che vanta notevoli resti di epoca preromana e romana, palazzi patrizi ricchi di volte, di balconi e di stemmi. Famiglie blasonate che davano lustro a un centro che per secoli ha saputo mantenere viva la consuetudine acquisita attraverso i frequenti contatti con le popolazioni vicine, con gli intensi commerci, con l´industria dell´occhiale e con il fervore delle iniziative pubbliche e private.

Da millenni, lungo la via romana e poi regia che giungeva dal ponte di Rualàn, le case si assiepano le une addossate alle altre; quelle patrizie sulla sinistra, con la facciata al sole, quelle popolari sull´altro lato con il retro aperto sulla campagna. Le costruzioni nobiliari ci sono ancora oggi: la casa Da Giau, il palazzo Barnabò, un palazzotto anonimo con un poggiolo ricco di trine in ferro battuto; la casa Piloni che conserva ancora intatti gli archivolti in pietra e la bella cucina con “fogher” funzionante.

Lungo questa storica strada, fiancheggiata dalle abitazioni della borgata di Costa, è possibile compiere, ogni terza settimana di luglio, un vero e proprio tuffo nel passato.

Dove la strada piegava a nord, in direzione del lontano Tirolo, sorgeva la dimora dei Costantini, la più fastosa di questa parte del Cadore. All’interno, nelle grandi sale affrescate, dormirono, dicono i cronisti, Bartolomeo d’Alviano, condottiero della battaglia di Rusecco (1508), Massimiliano I imperatore d’Austria. Erano gli anni in cui primeggiava anche un´altra famiglia, quella dei Galeazzi, proprietari di un palazzo ancora oggi oggetto di ammirazione da parte di turisti e di studiosi.

Su uno sperone roccioso, solitaria ed elegante, si staglia la chiesa di San Martino, il santo patrono mentre, lassù, la mole imponente dell’Antelao veglia rassicurante dall´alto dei suoi 3264 metri, la quota più elevata delle Dolomiti bellunesi.
Interessante è parlare in breve della frazione di Venas.
Durante l’epoca della Repubblica di Venezia, Venas fu sede di una centena, una delle dieci ripartizioni in cui era suddiviso il Cadore. Il paese presenta numerose antiche case tipiche del Cadore e una chiesa parrocchiale costruita nel 1843, all’interno della quale è conservata un’opera di Francesco Vecellio (fratello maggiore di Tiziano).

Presso Venas si trovano due strutture militari costruite alla fine del XIX secolo e che furono utilizzate durante la prima guerra mondiale: il Forte di Pian dell’Antro (del 1890 circa) e la Caserma di Col Sant’Anna (del 1904), entrambi facenti parte del sistema di fortificazioni chiamato Ridotto Cadorino.

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