Le cose realizzate nel 2014
– La partecipazione alla stampa del libro 1914-2014 Belluno-Calalzo. Una ferrovia tra le Dolomiti del Cadore, fatto da Roberto Tabacchi. Tiziano Editore. Ricordando i tempi in cui i nostri trasporti rispondevano alle esigenze della gente e del territorio.

– La partecipazione alla stampa del libro “In montagna. Gente del Cadore e dintorni nelle fotografie di Vito Vecellio a cura di Italo Zannier. Nuovi Sentieri Editori

– La realizzazione della mostra “Uomini, donne e animali del Cadore” con fotografie di Vito Vecellio, grafiche e testo di Myriam Da Rin.

– Stampa di autoadesivi “Cadore Le Me Crode” “Cadore Ciasa Mea” “Cadore La me dente”. Magliette e altri gadget possono essere acquistati presso Ricamidream a Laggio di Cadore (http://www.ricamidream.it)

– Tovagliette di carta da distribuire a pizzerie e paninoteche realizzate grazie al disegno di Claudia Da Vinchie con
proverbi del Cadore.

La nuova sede dell’Union Ladina dal 15 marzo 2014 è
presso Museo della Latteria
Via Padre Marino 404
32040 Lozzo di Cadore (BL)
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L’Union Ladina del Cadore de Medo fa parte della Federazione tra le Unioni dei Ladini Dolomitici della Regione del Veneto, socio sostenitore della Fondazione Dolomiti Unesco |
Segnaliamo questo bellissimo sito fotografico di Alfredo Piccolo:
http://58alpi.wix.com/piccoloalfredolomiti
I mestieri di una volta
Storia, poesia e fatica
fotografie di Vito Vecellio
grafica e testi di Myriam Da Rin
20 luglio – 17 agosto 2013-08-20
Un albero morto – rimasto sulla terrazza della scuola commerciale T. Catullo, sede della mostra -dopo la chiusura della stessa avvenuta nel 2011, fa nascere un’idea: come farlo rifiorire? come ridargli vita?
Si pensa di consegnare ai visitatori un biglietto, invitandoli a scrivere un loro sogno:
La fotografia è sogno: qual è il vostro sogno? Scrivetelo qui: farete rifiorire questo albero |
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“Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita” William Shakespeare, La tempesta, 1611
La risposta di quanti sono stati coinvolti (203) è stata immediata ed entusiastica.
I sogni espressi riguardavano se stessi (19 %) , la famiglia (7%), la montagna e il proprio paese (18%), i valori universali (55%). Alcune risposte (1%) difficilmente classificabili sono state citate
integralmente.
Riportiamo qui di seguito i sogni, riferiti a:
• l’albero dei sogni:
“che la vita rifiorisca là dove si è spenta!”
• se stessi:
essere capiti, amati, vivere bene e in salute, realizzarsi nel lavoro, avere amici
• la famiglia
crescere bene in una famiglia unita
• la montagna: definita “luogo di serenità, pace e silenzio”, riscoperta delle proprie radici, vedere rivivere e risorgere la montagna, un risveglio dei cadorini e un aumento delle loro potenzialità, aumentare le possibilità lavorative, condivisione, fraternità e solidarietà superando divisioni
• il proprio paese:
“la cultura è vita e libertà: una scuola è vita nuova per tutti: questo paese si merita una scuola”.
• e più in generale:
tenacia nel portare avanti le proprie idee – “non de-mordere”, “tornare ad assaporare e godere delle cose semplici di un tempo, come una risata di un bimbo”, “stupirsi sempre”, una scuola libera
partiti più responsabili
ed ancora a
• valori universali
pace, serenità, tranquillità, felicità, libertà, amore, meno violenza fisica e mentale, rispetto della natura,, rispetto degli altri ( soprattutto dei più deboli), cooperazione dei popoli
e per finire un sogno nel sogno:
“dividere una teiera con il cappellaio matto” (con riferimento a “Alice nel paese delle meraviglie”)
“La vita che cos’è se non un sogno?” domanda Lewis Carrol chiudendo “Alice nel paese delle meraviglie” con una delle frasi sui sogni più suggestive, per quello che è il racconto più fantastico ed originale dell’800.
E per chiudere citiamo
Paulo Coelho “ il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni ” e Albert Einstein “Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni”.
Alla mostra – al di là dell’età anagrafica – noi abbiamo trovato solo donne e uomini giovani che sanno sognare!
Questi sogni faranno rivivere l’albero?
Salutiamoci con questo interrogativo che verificheremo assieme il prossimo anno alla Mostra 2014.
Myriam e Vito
Domenica 4 agosto 2013 alle ore 17 presso il Museo della Latteria di Lozzo in Via Padre Marino ha avuto luogo l’inaugurazione della cellula museale dedicata alle segherie ad acqua di Lozzo e del Cadore. Un itinerario arricchito da 2 preziosi modellini in legno realizzati in scala a riproduzione di una segheria di Lozzo (quella dei Pellegrini) e di una di Calalzo sul Molinà. Opera di Walter Laguna e di Remo David, rispettivamente, due anziani appassionati che partendo dagli edifici storici hanno riprodotto con pazienza certosina modellini funzionanti.
Alcuni pannelli illustrativi riportano la storia di queste costruzioni che permettevano in Cadore di sfruttare il corso dei torrenti per azionare le macchine indispensabili alla lavorazione del legname. All’inaugurazione erano presenti Carla Laguna, che ha curato la ricerca storica e ha realizzato i pannelli, e gli autori dei due modellini che hanno presentato il loro lavoro. La cellula museale è stata resa possibile dall’impegno dei volontari del Museo della Latteria e dall’Union Ladina del Cadore de Medo con il contributo della regione del Veneto.

LA MAESTRA DE NA OTA – secondo toco
Cuanche la maestra la se infuriaa de bruto la me ciamea de le parole che gneache se capia cè che la voela dì, parole de na ota: forse la liedea su l vocabolario…Satapiras, singara. Strolega, nane. La se sfoghea e po’ la se calmea. Co ela te inparee anche se no te volee, la fasea co l cuor, pur nte la so’ severità. Me penso che era n colega che ogni tanto el marinea la scola porcé el dea nte l bosco a ciatà legne o fonghe, ela mandea el bidelo a rincurialo, porcié l era tanto inteligente e por ela era un pecà vedelo sacrificou por la famea.
Ogni tanto vegnia a scola una mare o un pare de calche scolaro che ela avea dou bote, no puoi fei nome, ma un on l à spasemada e me penso che el disea n dialeto:”Te folo del neve se te urte ancora me fios”. Io’ staseo senpre chieta e studiao anche porcé ereone tacade de ciasa. Io’ staseo agno’ che ades é l emporio Martini e ela là agno’ che é n negozio.
Confesi che tante ote deo a sonà el conpanel, ora che la vignea a vardà chi che era, ero belo inte de cusina mea, e nisun savea nuia. Me pagao por i patafe che la dasea!…
Al dì de ncuoi la sarae n preson! Come canbia duto! Calche ota me capita de sientì ala television, zerte strafalcioi de dente colta e me vien spontaneo dì “Se dea a scola dala AB. Con una tal maestra a la fin da l an scolastico, ereone dute pasade con biei vote!”.
Ancora ncuoi son grata a ela. Dopo el tenpo te madura e se te as ize algo de bon, prima o daspo’ te lo tire fora. Però dison grazie a na bona base avuda che se va avante daspo’ nela vita.
Ida Molin – Auronzo
Le Unioni Ladine Val Biois, Cadore de Medo, Comelgo e il Gruppo Folk “I Legar”, col patrocinio dell’Istituto Ladin de la Dolomites, organizzano la manifestazione denominata “Omaggio alle Minoranze Linguistiche Storiche in Italia – Dodici canti per dodici lingue“.
Lo spettacolo è una creazione tra recital, multimedialità e canto intesa a presentare, con un brano musicale e una breve storia, ognuna delle dodici comunità storiche di parlata minoritaria che lo Stato italiano riconosce dal 1999 con la Legge 482.
Una carta dell’Italia con la posizione delle comunità minoritarie accompagna gli spettatori in un viaggio particolare e ricco d’emozioni, facendo conoscere e apprezzare i suoni e le melodie albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene, croate, francesi, francoprovenzali, friulane, ladine, occitane e sarde.
Protagonista del recital è il gruppo piemontese “Chambra d’Oc”, animato da Dario Anghilante (voce recitante), Flavio Giacchero (sax soprano, clarinetto basso, cornamuse), Marzia Rey (voce, violino), Luca Pellegrino (voce, ghironda, fisarmonica), Paola Bertello (voce). Lo spettacolo “Omaggio alle Minoranze Linguistiche Storiche in Italia – Dodici canti per dodici lingue” sarà presentato in terra ladina bellunese in tre serate consecutive:
- venerdì 24 febbraio 2012 alle ore 20.30 nella Casa della Gioventù di Caviola;
- sabato 25 febbraio 2012 alle ore 20.30 nella Casa della Regola di Casamazzagno;
- domenica 26 febbraio 2012 alle ore 16.30 nella sala di Palazzo Pellegrini a Lozzo di Cadore.
Oltre alle Unioni culturali ladine che hanno organizzato ed ospitano lo spettacolo, è d’obbligo un cenno di ringraziamento per la collaborazione alla Parrocchia di Caviola, alla Regola di Casamazzagno ed al Gruppo Musicale di Costalta. Ingresso libero.
Venerdì 24 febbraio ore 20,45 a Nebbiù di Cadore presso la Casa della Magnifica Regola verrà presentata la guida Drau – Piave curata da Ivano Alfarè Lovo e Letizia Lonzi.

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