Intervista di Belluno Autonoma su Radio Più


Come è stato ampiamente riportato dalla stampa, il 4 dicembre scorso il Comitato per Belluno Autonoma si è incontrato con Stefano Ghezze, Presidente del Consiglio Provinciale, al quale ha consegnato le 16.500 firme raccolte dal Comitato Belluno Autonoma per l’indizione del Referendum provinciale.

In seguito, alcuni dei nostri amici autonomisti hanno fatto “quattro chiacchere” a Radio Più, portando un ulteriore contributo alla spiegazione delle cosiddette “ragioni del referendum”. Qui di seguito il link al quale potete ascoltare l’intera intervista (che può eventualmente essere scaricata cliccando su “Download” per un ascolto offline; la dicitura download appare dopo aver messo in esecuzione il file). Avanti con l’Autonomia!

Grazie alla Gente Bellunese. Insieme abbiamo raggiunto il primo grande obiettivo! I Bellunesi hanno chiesto il Referendum!

Cadorini e Bellunesi, a testa alta verso il futuro, tra le nostre montagne, aperti al mondo.

(le firme, come sappiamo, non sono più le 8.000 citate nel video che ci eravamo inizialmente riproposti di raccogliere, siamo infatti arrivati a 16.500. E la raccolta continua).

Una valanga di Sì al referendum per Belluno Autonoma

Ieri, 4  dicembre 2010, il Comitato per Belluno Autonoma in Dolomiti Regione ha incontrato il Presidente del Consiglio Provinciale di Belluno Stefano Ghezze, al quale ha consegnato le 16.500 firme raccolte in tutto il territorio bellunese a sostegno dell’indizione del Referendum provinciale.

Nel corso del breve incontro è stato letto il documento conclusivo preparato dal Comitato, che descrive il punto di vista dello stesso riguardo a questo primo passo verso Belluno Autonoma.

Ne riporto qui alcune righe pregandovi di leggere l’intero intervento sul sito ufficiale: ne vale veramente la pena.

Abbiamo raggiunto il primo dei nostri obiettivi impossibili. Volevamo raccogliere ottomila firme per chiedere al Consiglio Provinciale di indire un referendum. Ci guardavano strano. Alcuni pensavano che fossimo irresponsabili e, sotto sotto, degli illusi. Nemmeno noi sapevamo se saremmo stati capaci di raccogliere così tante firme.

Ne consegniamo oggi sedici mila al Presidente del Consiglio provinciale. Abbiamo avuto fiducia nei bellunesi, agordini, cadorini, ampezzani, comeliani, zoldani, alpagoti e feltrini. Fiducia ben riposta. Mai vista una campagna “politica” così priva d’ideologie e di retorica, senza violenza e senza conflitti. Mai visti i montanari delle Dolomiti accogliere una proposta così complessa e difficile con tanta serena determinazione. Hanno firmato comprendendo le necessità che ci hanno imposto questa scelta. Hanno condiviso con noi la consapevole difficoltà che questa iniziativa comporta. Non abbiamo, per scelta, venduto sogni e illusioni. Non abbiamo fatto credere che l’autonomia che vogliamo, sarà la soluzioni di tutti i problemi che abbiamo. [leggi tutto].

Autonomia della provincia di Belluno? Certo!

Autonomia della provincia di Belluno? Certo! Questo potrà essere un beneficio per tutti, specialmente per la popolazione più marginale come i Ladini. La scrivente ha deciso di aderire alla raccolta firme per il referendum per l’autonomia della Provincia di Belluno perchè questa necessità emerge dalla popolazione ladina dell’alto Bellunese che si trova schiacciata da province e regioni a Statuto Speciale e sta vivendo un periodo di crisi destinato a protrarsi se non vi si porrà veloce rimedio.

Il quesito referendario posto è l’unico possibile in base alla Costituzione Italiana che prevede la possibilità per una provincia di richiedere il passaggio ad una regione, nello specifico a quella del Trentino-Alto Adige per fare in modo che la provincia di Belluno diventi la terza provincia autonoma dolomitica. Richiesta non peregrina ma legata alle similarità orografiche e storiche del territorio nonchè alla presenza della minoranza linguistica ladina più numerosa nella nostra provincia. Questa minoranza che ora sta soffrendo sempre di più e che sta subendo un fenomeno di fuga a valle alimentata dalla diminuzione di servizi e dalla mancanza di lavoro. Un fenomeno destinato ad aggravarsi se non saranno prese urgentemente misure di sostegno alla popolazione residente e all’industria e artigianato come quelli di cui usufruiscono gli abitanti delle province di Bolzano e di Trento e in misura minore della Carnia. Un disagio che si acuisce giorno per giorno e che è sotto gli occhi di tutti quelli che transitano dalle nostre vallate a quelle vicine dove da anni si pratica una politica a sostegno delle minoranze e della residenzialità dei territori montani.

Vorrei anche chiarire la posizione del comitato referendario di Cortina, Fodom e Colle Santa Lucia al fine che questo non venga usato contro il referendum per la provincia di Belluno ma a favore: questi comuni hanno già scelto di andarsene e aspettano che sia data una risposta favorevole alla popolazione come massima espressione della democrazia. Loro per motivi storici vogliono passare alla provincia di Bolzano e credo che questo, in una logica di autodeterminazione, debba essere rispettato. Tutti gli altri desiderano un autonomia nell’ambito della provincia di Belluno. Si tratta di due referendum simili e che vanno nella direzione dei desideri della gente che chiede qualcosa di più per poter continuare a vivere serenamente nelle nostre vallate e poter dare un futuro ai nostri giovani. Questo anche nella logica dell’equità e del rispetto delle popolazioni minoritarie, più fragili perchè poco numerose e per nulla rappresentate a livello politico, nonostante le ripetute richieste fatte dalla Federazione tra le Unioni Culturali Ladine della Regione del Veneto e dai Consigli Comunali del territorio Ladino.

Contiamo che i nostri rappresentanti politici sappiano rispondere adeguatamente alle istanze che nascono dalla popolazione che ha aderito in modo entusiastico alla raccolta firme. Contiamo che la democrazia e l’autodeterminazione dei popoli permetta di proseguire in un obiettivo che non ha colore politico ma unisce insieme le istanze di tutta la gente (poca) che vive nel nostro territorio e che vorrebbe continuare a restarvi.

Francesca Larese Filon

Presidente dell’Union Ladina del Cadore de Medo
e rappresentante dei Ladini del Cadore, Comelico, Agordino