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Interno della fucina con i vari macchinari azionati dalle pulegge, tra cui due trapani, di cui uno manuale, una mola smeriglio, una fresa e la forgia, anno 1997

All'interno dell'opificio venivano realizzati vari oggetti d'uso quotidiano, utili per i lavori agricoli e per l'uso domestico.
Baldovin Marin Lorenzo vi lavorò fino al 1930 circa, dopodiché la fucina rimase chiusa per vari anni, finché non venne affittata ad un fabbro di Lozzo. Fino a poco tempo fa era ancora visibile parte della ruota, l'albero di trasmissione in ferro, che attraversa la muratura, tutta la serie di pulegge e cinghie collegate ai diversi macchinari che azionavano, vari attrezzi di notevole interesse storico-tecnologico, come i trapani, la forgia in pietra, la "mola smeriglio". La fucina venne venduta dagli eredi Baldovin Marin nel 1997; i nuovi proprietari l'hanno recentemente trasformata in abitazione.


L'opificio sfruttava una sua roggia, che aveva la presa poco sotto lo scarico dei mulini in località Prou. L'acqua in uscita dalla fucina confluiva poco sotto il mulino di Calligaro Cian e Baldovin, nel ramo principale della roggia che andava ad azionare la sottostante sega Comunale.

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