Nel 1886, come testimonia
la guida di Ottone Brentari, lungo il corso del Rio vi erano cinque mulini
e una sega. Qualche anno dopo, come riporta il "Registro dei contribuenti
dell'imposta sui fabbricati" del I° gennaio 1903, c'erano cinque
mulini, una fucina, una sega, una bottega da fabbro e due folli da panni.
Disegno del 1925 degli opifici lungo il Rio Rin. Tratto da: "Pratica n°443, Piccola derivazione, Ufficio Genio Civile di Belluno
Dopo la prima guerra mondiale furono costruiti altri opifici ad uso segheria e falegnameria e successivamente il lanificio dei fratelli Zanella, che sfruttavano l'energia elettrica fornita dall'officina per la produzione di energia elettrica dei fratelli Baldovin Carulli. Nella seconda metà del 1900 e in particolare in seguito all'alluvione del 1966, la maggior parte di questi opifici venne chiusa ed attualmente solo la centralina Baldovin Carulli del 1926, é tuttora in funzione con macchinari originali.