Lozzo di Cadore fu da sempre paese ricco d'attività
artigianali, parte delle quali s'insediarono lungo le sponde del Rio Rin.
Nel 1766 a Lozzo vi erano: dieci ruote da mulino da grani, una sega da legname,
un follo da panni di lana, sedici "telari" da tela e cinque mole.
La "roggia dei mulini" divenne nel corso dei secoli il cuore produttivo
del paese, e tale rimase sino a mezzo secolo fa.
I vari opifici utilizzavano come fonte d'energia l'acqua del Rio Rin, per
mezzo di una roggia che partiva dalla zona detta dei "Crepe Ros".
Alcuni di questi edifici, soprattutto quelli nella parte bassa dell'abitato,
dove si trovavano la segheria comunale e quella dei Pellegrini, furono distrutti
dall'incendio del 1867.
Tavoletta votiva donata per "Grazia ricevuta da Baldassare
de fu Gerolamo de Mejo li 8 agosto 1764" |

Mappa del Comune censuario di Lozzo, Allegato A, anno 1850 |