I fratelli Zanella iniziarono la loro attività durante la seconda
guerra mondiale, attorno al 1942, prendendo in affitto il secondo piano dell'edificio
adibito a segheria di proprietà della famiglia Baldovin Carulli. Le macchine
per la lavorazione della lana erano state acquistate presso una ditta di Prato.
Alla fine della guerra costruirono un nuovo edificio nel quale
venne trasferita l'attività a conduzione familiare, che cessò poco dopo la morte
di Giuseppe Zanella, nel 1958 circa.
Il lanificio era un'azienda di tipo familiare e trasformava la lana grezza in
lana filata. La lana grezza al momento della consegna veniva pesata per determinare
il corrispettivo quantitativo di filato e il compenso della lavorazione.
Lanificio fratelli Zanella
La lana grezza giungeva dai piccoli allevatori non solo del Cadore,
ma anche di Forni e Sauris. Inizialmente veniva portata direttamente dalle donne
che arrivavano alla mattina presto e aspettavano pazientemente per tutto il
tempo della lavorazione. In seguito il signor Giuseppe ritirava e poi riconsegnava
personalmente la lana ai fornitori.
La lana che veniva fatta filare aveva prevalentemente un uso domestico e per
lo più si limitava ad un commercio locale.
Il deposito della lana grezza era nel seminterrato; da qui veniva smistata per
ottenere i tre colori: nero, bianco e grigio. In seguito la lana veniva battuta
nell'olio e poi pulita e pettinata in una macchina denominata "lupa". Da questa,
passando attraverso una macchina a rulli, la lana pettinata usciva in fili grezzi
che per mezzo di un telaio venivano torti e arrotolati su delle spole da cui
il filato veniva tolto per fare la matassa pronta per la consegna. Cessata l'attività
i macchinari vennero rivenduti.