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Nel 1923 l'acqua derivata dal Rio Rin, dopo aver azionato i due
opifici pił a monte, per mezzo di una roggia lignea e di un salto di circa sei
metri, cadeva sulle quattro ruote in legno esterne all'edificio, che in questo
periodo ospitava al suo interno due mulini, rispettivamente di proprietą degli
eredi Zanella in Loda Luigi fu Gaspare e di Calligaro Bianco Argentina fu Lorenzo.
Pur essendoci quattro ruote e altrettante macine da grano, due per ogni proprietą,
solitamente ne veniva utilizzata una per mulino.
Dopo la seconda guerra mondiale all'interno del mulino venne collocata anche
una piccola fucina da fabbro, dove si realizzavano oggetti in ferro a livello
artigianale. Il trapano e il soffietto per la forgia sfruttavano il movimento
di una delle due ruote che azionavano le due macine da grano. Entrambi i mulini
cessarono l'attivitą verso gli anni '50.