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Fotografia d'inizio secolo del mulino "dei Pinza"

 

Disegno del 1947 del mulino "dei Pinza". Tratto da: "Pratica n°441, Piccola derivazione, Ufficio Genio Civile di Belluno".

Nel 1923 l'acqua derivata dal Rio Rin, dopo aver azionato i due opifici pił a monte, per mezzo di una roggia lignea e di un salto di circa sei metri, cadeva sulle quattro ruote in legno esterne all'edificio, che in questo periodo ospitava al suo interno due mulini, rispettivamente di proprietą degli eredi Zanella in Loda Luigi fu Gaspare e di Calligaro Bianco Argentina fu Lorenzo. Pur essendoci quattro ruote e altrettante macine da grano, due per ogni proprietą, solitamente ne veniva utilizzata una per mulino.
Dopo la seconda guerra mondiale all'interno del mulino venne collocata anche una piccola fucina da fabbro, dove si realizzavano oggetti in ferro a livello artigianale. Il trapano e il soffietto per la forgia sfruttavano il movimento di una delle due ruote che azionavano le due macine da grano. Entrambi i mulini cessarono l'attivitą verso gli anni '50.

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